Non siamo appassionati di horror, streghe o misteri del genere, ma mentre navigavamo sul web alla ricerca di qualche posto nascosto da visitare, ci siamo imbattuti in varie pagine che parlavano della “villa stregata di Pomarance”, dimora in stile Liberty chiamata Sant’Ottavia, in località Palagetto, a Pomarance (PI) appunto e visto che eravamo in zona per l’escursione alle terme abbandonate e all’Abbazia di San Michele alle Formiche e al Pozzo della Campana, abbiamo deciso di fare una piccola deviazione e vedere con i nostri occhi cosa fosse in realtà questa villa, abbandonata ormai da oltre 50 anni.
Nonostante questo, ammettiamo la nostra forte attrazione verso ruderi, casali e case abbandonate in genere, che nascondono sempre un certo fascino ai nostri occhi: non c’è viaggio, per corto che sia, che una qualche costruzione decadente, non attiri il nostro sguardo, non prenda il nostro tempo e anche il nostro stupore. Quante volte ci siamo detti «Che peccato! Come è possibile che nessuno si preoccupi di loro, di restaurarle o demolirle del tutto? Perché lasciarle così, in stato di abbandono, cadenti a pezzi?». Abbiamo capito che i motivi di certi abbandoni possono essere dei più svariarti, dai proprietari deceduti e eredi disinteressati, o addirittura costruzioni messe in vendita e con il tempo dimenticate! E la villa stregata di Pomarance era proprio una di queste.
Quella che fu un'elegante dimora
Quello che a noi colpisce, amanti della natura quali siamo, è la potenza e la velocità che essa stessa ha nel riprendersi gli spazi che nel tempo le sono stati sottratti, come in questo caso: verdi piante rampicanti che pian piano si sostituiscono ai colori originali delle mura, germogli che spuntano da ogni crepa, nati da semi spinti da chissà quale vento e luogo, oppure, come su un terrazzo di questa villa, un arbusto che cresce nonostante sia elevato a cinque metri da terra e che non sarebbe nato se il luogo fosse abitato.
Nuova vita dove l’uomo ha deciso che non era più il caso di vivere.
La villa stregata di Pomarance, bella dimora che prende il nome di Sant’Ottavia in onore di una antenata di famiglia, fu costruita nei primi del 1900 dalla famiglia Germiny quando, con i conti D’Aulan e De Larderel , decise di aderire al progetto della nuova “Società Boracifero Larderello”.
Purtroppo, dagli anni ’70, ha subito un lento abbandono e di quello che fu, ormai, restano solo le pareti portanti, lasciata negli anni a marcire tra umido, muffe e polvere, ma soprattutto in preda di vandali e ladri che con il tempo si sono portati via anche i pavimenti originali in marmo. Con un po’ di immaginazione, però, possiamo farci un’idea della bellezza della villa che imperava sulla piana del fiume Cecina fino a quando, la famiglia fiorentina Rodolfo Bianchini che l’aveva acquistata e trasformata in una villa-fattoria, decise di tornare a Firenze.
L’attrazione che proviamo per questo luogo, però, è la stessa della sensazione di pericolo che aleggia sotto ogni terrazzo, vicino ad ogni colonna e soprattutto dentro quelle grandi sale che non abbiamo visitato e fotografato un po’ per la quantità di calcinacci e sporcizia, un po’ per le decine di scritte indicibili, ma anche per non rischiare di rimanere travolti da un soffitto che cade o un pavimento che sprofonda.
Come dicevamo all’inizio, nel tempo, si sono rincorse storie di streghe, fantasmi e altre fantasiose teorie sul perché sia stata abbandonata, ma che noi non vogliamo raccontare perché non crediamo assolutamente vere, ma anzi, pensiamo che la fama che nel tempo si è presa, ha dato solo modo a persone indecenti di deturparla e sfruttarla nei peggiori dei modi.
Come raggiungerla
Non è stato facile trovare la villa stregata di Pomarance, sul web ci sono varie indicazioni anche molto contrastanti tra loro. In auto, a piedi oppure in bici, ci sono diversi modi per poterla incontrare, sicuramente c’è bisogno di pazienza e attenzione ai dettagli e forse è necessario che sia la “casa stregata” a volere essere raggiunta e scoperta! Inizialmente avevamo condiviso delle coordinate da impostare che avrebbero aiutato a raggiungerla, ma per godere appieno le scoperte vi invitiamo a mettere da parte il navigatore e cercare con i vostri occhi i due alberi che sembrano ballare che trovate qui sotto, altrimenti, che posti nascosti sarebbero? 😀

Queequeg era nativo di Rokovoko, un’ isola lontanissima a sud-ovest. Non è segnata in nessuna carta: i luoghi veri non lo sono mai.
Herman Melville